Dream’s journaling.

Un pomeriggio d’autunno ero in studio e qualcuno bussò.
Aprì la porta quel tanto da farmi intravedere una vicina infagottata in un impermeabile, stile tenente Sheridan, con un buffo cappello calcato in testa
Mi salutò tendendo in avanti le mani aperte.
Guardai le sue mani e intravidi un foglietto un po’ sgualcito.
Annusai l’aria quasi a fiutare un pericolo.
Ne sapeva di vaniglia, lo stesso odore di budino dei bambolotti per neonati.

Mi domandai cosa volesse da me quella signora e perché mi porgesse quello strano biglietto, sottolineato con l’evidenziatore giallo e scritto fitto, fitto a margine.
“Questo è suo…” disse
“No, non è mio, non è la mia calligrafia.”

“Le dico che è suo.” Replicò l’attempata vicina tutta rossa in viso
“Ma perché dovrebbe essere mio?”
“E’ un sogno.” Disse, cercando di liberarsi da quel fardello e abbassando la testa.
“Ah beh.” Risposi e afferrai il biglietto.
Salutai e chiusi la porta come un ladro sorpreso a rubare.
Nel mio studio guardai il foglio in tutta la sua bellezza, le lettere tendenti a destra, il giallo vivo dell’evidenziatore, gli appunti scritti in nero e molto più piccoli.
Una riga rossa divideva il foglio in due triangoli. E il segno di un’impronta di grossa scarpa stava nel quadrato destro.
Si, certo lo riconobbi era il sogno che mi aveva raccontato Serena poche ore prima.
Era una giornata di pioggia e tra la borsa, l’ombrello e la foga di ciò che aveva appena scoperto, Serena aveva perso il foglio del sogno della notte prima.
Ripensando alla faccia quasi scandalizzata della signora, come se fosse stata testimone di un atto magico, mi scappa ancora da ridere.

L’avrà letto il sogno?
Non mi importa; anche se l’avesse letto il messaggio dei sogni è cifrato, solo pochi interpretatori di sogni lo possono decifrare.
E, infatti, è proprio così; la signora ha ragione i sogni sono magici; sono messaggeri del corpo, comunicano con noi indicandoci emozioni represse, evidenziandoci aree che necessitano di aiuto in un modo in cui la ragione non può interferire.
I metodi per lavorare con i sogni sono tanti ed è chiaro che con l’aiuto di una guida, come nel film Stalker, si ci può avvicinare a pozze d’acqua, a tempeste notturne e a luoghi sconosciuti ai più, ma si può fare anche da soli.
In un altro articolo sul sogno ho raccontato di quella nonna di un mio paziente che teneva sul comodino un taccuino, tra il rosario e l’acqua, per potervi scrivere i sogni. Non era in analisi, non se li giocava al lotto, non conosceva la Cabala ma le piaceva leggerli e rileggerli, per lei erano come poesie.
Per noi, invece, uomini tecnologici, i sogni sono l’ultimo spazio di vita che non possiamo postare o fotografare e quindi sono l’ultimo lembo di in territorio solo nostro, uno spazio di libertà.


Come scrive la poetessa Patrizia Cavalli:

Basta
Scivolo nel sonno, qui comincia Il mio libero arbitrio

Se volete quindi, sentirvi liberi attraverso i sogni potete tenere un dream’s journaling.
Vi assicuro che quando avrete voglia di rileggerli vi ricorderanno il tempo passato facendovelo ri-immaginare, e sarà meglio del guardare certe fotografie fatte di sorrisi forzati e dita che segnalano una vittoria mai avvenuta.

Bastano pochi minuti della giornata per scrivere un sogno e rifletterci sopra, e sarà come una meditazione non indotta da altri, ma una meditazione su se stessi, sui simboli ed archetipi che noi stessi produciamo.
Il dream’s journaling va compilato ogni mattina appena svegli per evitare che la luce della ragione oscuri il mondo sotterraneo dei sogni.

Fatevi queste domande e ne vedrete delle belle:

Che odori c’erano?
Era in bianco e nero o a colori?
E se era a colori qual era che la tavolozza? Che sentimenti stavi vivendo?
La scenografia com’era?
Chi c’era con te?
Ricordava un quadro? quale quadro? Ricordava un libro? Quale libro? Ricordava un film? Quale film?

L’anima quando sogna è al tempo stesso il regista, gli attori e il pubblico.

Quindi cosa direste del vostro sogno come regista? Come attore?
Come pubblico?
E’ bello vi piace?

C’è una bella fotografia o è meglio la trama?
Gli attori recitano bene o sono un po’ incapaci?
C’erano delle strade da percorrere? Questo ti può indicare qualche strada da seguire?

Inoltre, l’immagine dell’altrove dentro sogno la si può rendere materia, si può disegnare e amplificare. Per amplificare, forse è meglio avere una guida.
Si possono fare collage, poesie, qualcuno è riuscito a scrivere dei libri e qualcuno ne ha fatto dei film, vedi Fellini.

I sogni sono individuali e rappresentano sempre qualcosa di importante della nostra vita e anche se ci portano un simbolo archetipale universale questo aggiungerà qualcosa in più alla nostra vita anche se non interpretato ma solo guardato in tutta la sua bellezza.

Ma se dopo anni con il quaderno bello e pieno di immagini volete saperne di più di quel mondo che incontrate ogni notte, il mio numero di telefono è nel link in bio

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